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La simbolica cornice in copertina, formata da due motivi ornamentali, la "greca" per l'Occidente e il "fiore di loto" per l'Oriente, vuole richiamare alla mente del lettore i due filoni dell'unica Tradizione universale che l'Editrice presenta nelle sue pubblicazioni. Il "Pozzo", da cui questi due rami si dipartono, può rappresentare per il "ricercatore assetato" la fonte ove attingere l' "acqua pura" della Conoscenza.

L'Autore [Raphael] non ha mai scritto o parlato per i molti o per gli eruditi, i dotti o i professionisti accademici (questi non hanno bisogno di suggestioni, indicazioni o delucidazioni), ma per quei pochi che, acceso il fuoco dentro di sé, sanno poi alimentarlo fino a farlo diventare una grande fiamma di amore verso la Conoscenza-realizzazione. (tratto da "Introduzione - Orfismo e Tradizione iniziatica" )

Tradizione Occidentale

Tradizione Occidentale

 La filosofia di Orfeo, Pitagora, Parmenide, Platone e Plotino è la formulazione concettuale o la codificazione dell'Insegnamento dei Sacri Misteri greci; questi costituiscono un corpo dottrinario tradizionale il cui fine è di additare all’individuo “caduto” la via dell’affrancamento dal mondo sensibile.

La Tradizione orfica, seguendo la Dottrina unica universale, considera l’anima-intelligibile racchiusa nel corpo sensibile; compito dell’ente è sorgere da questa “tomba” e risvegliarsi al riconoscimento della propria immortalità; ciò che vi è di divino nell’uomo deve tornare al Divino, in ciò consisteva la catarsi orfica;

 «E purificazione non è dunque, come già fu detto nella parola antica [la “parola sacra” degli Orfici], adoperarsi in ogni modo di tenere separata l’anima dal corpo, e abituarla a raccogliersi e a racchiudersi in sé medesima?...» (Fedone, 67 c-d).

L’importanza dell’Orfismo viene riconosciuta anche da alcuni studiosi di filosofia i quali affermano che: «...senza l’Orfismo non spiegheremmo Pitagora, non Eraclito, non Empedocle e, naturalmente, non Platone e quanto da lui deriva».

Platone, a sua volta, è un trasmettitore della Tradizione misterica occidentale, la sua filosofia è continuazione dell’insegnamento orfico e pitagorico. Egli è un grande iniziato dei Sacri Misteri greci dai quali trae il contenuto metafisico (Grandi Misteri) della sua dottrina:

«E certamente non furono degli sciocchi coloro che istituirono i Misteri: e in verità già dai tempi antichi ci hanno rivelato velatamente che... colui che si è iniziato e si è purificato, giungendo colà, abiterà con gli Dei. Infatti, gli interpreti dei Misteri dicono che i “portatori di ferule sono molti, ma i Bacchi sono pochi”. E costoro, io penso, non sono se non coloro che praticano rettamente la filosofia» (Fedone, 69 c-d).

«Gli antichi sanno la Verità; se noi la trovassimo, forse che avremmo ancora da preoccuparci delle opinioni degli uomini?» (Fedro, 274 c).

«Gli antichi, migliori di noi e agli Dei più vicini, ci hanno appunto tramandato questo. Ecco il dono secondo Tradizione...» (Filebo, 16 c).

La continuità della Tradizione platonica si ritrova in Plotino, il più importante esponente del Neoplatonismo:

«... ed ecco che questi nostri ragionari non sono una novità, né datan da oggi, ma sono stati fatti da gran tempo sia pure non esplicitamente, e i nostri ragionamenti attuali si presentano solo come interpretazione di quelli antichi con testi che ci garantiscono che queste Dottrine sono antiche, proprio attraverso gli scritti di lui, di Platone » (Enneadi, V, I, 8).

La Tradizione Ermetica, costituita essenzialmente dal Corpus Hermeticum e dall'Asclepius, risale a Ermete Trismegisto (“tre volte grande”) che fu identificato dalla cultura greco-latina con Ermete o Mercurio e col dio egiziano Thot, depositario della sapienza divina. L’insegnamento alchemico-ermetico, chiamato anche “Arte Regale”, si basa su un processo puramente interiore di “solve et coagula” (soluzione e fissazione) da realizzarsi a vari livelli esistenziali. Tutta l’Opera si svolge nel nostro athanór, o interno sistema psicofisico, ove accendere quel “Fuoco dei Filosofi” di cui parla l’Alchimia, che non è l’elemento volgare ma Vagente comune che ritroviamo anche nella Qabbàlàh (Sentiero di Fuoco), nel Ràjayoga (Fuoco di kundalinl e cakra di Fuoco) e nel Vedànta advaita (Agni).

Per quanto riguarda la Qabbàlàh, parola ebraica che significa “ricezione”, “trasmissione”, due sono le opere scritte che possono essere considerate il suo fondamento: lo Zohar (Il libro dello Splendore) e il Sepher Yezirah (Il libro della Formazione); esse contengono l’insegnamento esoterico del Vecchio Testamento.

L’Insegnamento cabalistico si basa sull’Albero sephirotico che rappresenta un simbolo che può essere meditato a livello metafisico, ontologico, teurgico e psicologico.

Le opere di Raphael riguardanti la Tradizione occidentale non sono dei saggi culturali, ma indicano dei sentieri realizzativi in cui il ricercatore può trovare dei precisi riferimenti alle varie tappe dell’ascesi spirituale. La filosofia di Orfeo, Parmenide, Platone e Plotino rappresenta per l’Occidente la trasmissione di conoscenze di ordine universale che Raphael rivivifica alla luce della Metafisica tradizionale. Tali insegnamenti possono rappresentare per l’occidentale ciò che per gli orientali rappresentano Veda, le Upanisad, la Bhagavadgìta, ecc.

Va ricordato che nell’antichità la parola “filosofia”, in Occidente, veniva considerata nella reale accezione del termine, cioè “Amante della Conoscenza”. Conoscenza che veniva “incarnata” e vissuta in uno stile di vita che coinvolgeva l’ente nella sua interezza per condurlo alla realizzazione della propria autentica natura.

Terminiamo queste note sulla Tradizione occidentale riportando alcune significative parole di Raphael:

«È bene ricordare che di Ermete, Orfeo, Pitagora, Platone, Plotino, ecc., è morto solo lo strumento fisico, la loro “ombra”, la loro “prigione”, ma non è morto quanto essi hanno espresso e donato all’umanità. Ed è questo che importa. Che un giorno possa ripresentarsi qualcuno di loro, o altri, con diverso nome e diversa intelaiatura mentale e fisica, ha poca importanza; non contano il nome e la forma, ma lo spirito di verità e la forza propulsiva irradiante che esseri del genere possono vibrare e trasmettere».

 

 

 

 

 

 

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